Cos'è
Sabato 8 febbraio alle 20 al Centro civico di Novegro - Via Dante Alighieri 13, Labirinto Teatro presenta lo spettacolo "Soli, con tutto".
Con Paolo Faroni ed Elisabetta Misasi.
Testo di Paolo Faroni, Elisabetta Misasi, Massimo Canepa
Regia di Paolo Faroni, Elisabetta Misasi
Scene e luci Massimo Canepa
Liberamente ispirato a "Soli con tutti" di Alex Gelman
Una produzione BLUSCLINT
Ingresso a offerta libera.
Info e prenotazioni
info.labirintoteatro@gmail.com
L'iniziativa è patrocinata dal Comune.
Soli, con tutto è liberamente tratto da Soli con tutti di Alex Gelman, un testo del 1982 ancora oggi di straordinaria attualità.
La trama è molto semplice: narra del direttore del reparto spedizioni di una grande azienda il quale, per contrastare gli effetti di uno sciopero generale, affida il turno di notte a una squadra di operai inesperti. Destino vuole che ci sia un incidente e che uno degli operai perda le mani. L’operaio, però, non è una persona qualunque, bensì suo figlio. La scena si svolge quindi nel soggiorno di casa, e il confronto tra moglie e marito non serve ad altro che a portare allo scoperto le fondamenta di un legame familiare finito da tempo.
Si tratta dell’analisi intima e impietosa di come la moderna società influenzi le relazioni umane e ne modifichi sentimenti e desideri al punto da derivarne una morale prêt-à-porter. I due personaggi si trovano in scena come galli da combattimento. Non hanno chiesto loro di essere lì. La società li ha messi in quel luogo.
I sotterfugi, i piccoli cabotaggi, le bugie che, al di là dell’imperativo ideologico della produzione, all’epoca di Gelman denunciavano la piccolezza dei quadri dirigenti, oggi scivolano nel grottesco, nell’insostenibile leggerezza di meschine apparenze: l’ambizione di oggi non teme più la condanna sociale ma il ritorno d’immagine dei social. Una messa in scena amara, in cui la violenza che anima le parole non esplode ma torna in superficie, come fosse da sempre in attesa del momento opportuno, e cioè del crollo di un castello di carta chiamato famiglia.
Sulla scena un tavolo, tre sedie e un lampadario a goccia. L'ambiente diventa sempre più ristretto, le luci diventano sempre più concentrate... tutto ruota infine intorno ad un unico individuo. Fino a quando questi non resterà solo, con tutto.
Essere Soli, con tutto; forse è questa la cifra di una società che ha perso di vista i suoi fondamenti. La pièce si chiude con una telefonata del figlio dall’ospedale. Fino a quel momento, il ragazzo è stato assente: o perché sfruttato da padre per risolvere altrove i suoi problemi o perché usato dalla madre come strumento di rivalsa. Il suo ingresso in scena, però, non cambia le cose, anzi: la sua nuova condizione di disabile diventa la leva per nuovi sfruttamenti e ricatti all’interno di una coppia i cui componenti cercano solo di salvare se stessi.