Il Centro per gli Anziani "La Bottega del Tempo" di Redecesio ha contribuito alla realizzazione della mostra "Ombra di tutti" dell’artista Patrizio Raso, a cura di Marco Scotini, promossa dalla Fondazione Roberto Franceschi Onlus.
Opera centrale della mostra è un abito collettivo di grandi dimensioni, tessuto per cinque anni attraverso la partecipazione di una pluralità di soggetti.
Per conto dell'associazione Sheep Italia, un quadratino di lana e indumenti dall'importante valore affettivo di alcune frequentatrici del Centro "La Bottega del Tempo" saranno "parte" dell'abito.
L'esposizione sarà inaugurata il 3 dicembre alle 18 a Milano nella Casa della Memoria, in via Confalonieri 14.
In allegato il comunicato stampa dell'iniziativa.
Di seguito un estratto
Casa della Memoria accoglierà la mostra Ombra di tutti dell’artista Patrizio Raso, a cura di Marco Scotini, promossa dalla Fondazione Roberto Franceschi Onlus. L’esposizione segna l’approdo di un percorso artistico e politico avviato nel 2020 intorno al Monumento a Roberto Franceschi: un maglio d’acciaio alto sette metri, installato nel 1977 in via Bocconi accanto al noto edificio di Giuseppe Pagano, nel punto in cui Franceschi fu colpito a morte dalla polizia il 23 gennaio 1973.
Opera centrale della mostra è la presentazione di un abito collettivo di grandi dimensioni, che è stato tessuto per cinque anni attraverso la partecipazione di una pluralità di soggetti. L’abito si propone come un’unica entità o uno stesso corpo sociale da cui emergono 21 capi che possono essere indossati liberamente da chiunque. Ha un carattere apertamente performativo e adattabile alle circostanze: nella sua funzione processionale può assumere l’aspetto del riparo temporaneo sotto cui raccogliersi e farsi gruppo. Ma soprattutto ha il carattere di un archivio vivente che riporta per strada chi vi ha dimostrato e chi vi è caduto.
La particolarità di questo abito/contro-monumento è che è stato intrecciato con oltre 150 abiti reali: indumenti che vanno dal montgomery originale di Roberto Franceschi alla t-shirt di Carlo Giuliani, dal foulard dell’anarchico Pinelli ai pantaloni di Gino Strada. Questi abiti sono stati donati da cittadini e cittadine, studenti, familiari di vittime civili, attivisti e associazioni. Ogni capo è portatore di una storia: memoria personale, legame affettivo, gesto politico.