Venerdì 10 febbraio alle ore 12 si terrà un momento di riflessione e di preghiera in occasione del Giorno del Ricordo dei Martiri delle Foibe e dell'esodo Giuliano Dalmata.
Ci si ritroverà al Giardino di via Grandi, davanti al monumento dedicato alle vittime.
Interverrà il concittadino segratese prof. Piero Tarticchio, presidente del Centro di Cultura Giuliano Dalmata, esule istriano, testimone vivente dei massacri perpetrati.
La cittadinanza tutta è invitata a prendere parte alla commemorazione.
"Voglio sconfiggere le amnesie, il silenzio, i buchi grigi del tempo... prendere per mano la gente, portarla dentro la mia storia per farle rivivere il passato, non solo mio, ma anche quello della mia gente. Voglio farla partecipe di fatti realmente accaduti per sconfiggere le amnesie, il silenzio, i buchi grigi del tempo, insomma per compiere il miracolo del ritorno. Contro la morte. Non si muore né come individuo né come popolo, finché sarà possibile ricordare le nostre memorie e le nostre speranze".
"Le sparizioni di persone innocenti gettate nelle foibe segnarono l’inizio dell’agonia del popolo istriano. La stragrande maggioranza degli italiani abbandonò ogni avere e intraprese un esodo di proporzioni bibliche. Una sorta di fuga senza ritorno. Uno sradicamento avvenuto nel silenzio e nell’indifferenza dei fratelli italiani dell’altra sponda dell’Adriatico. Una morte civile senza funerali, senza segni di lutto, né di cordoglio, senza lapidi, senza alcun tipo di commemorazione, tantomeno accenni sui testi di storia per le scuole italiane".
"Per gli slavi eravamo italiani.
Per gli italiani eravamo slavi.
In realtà noi eravamo il nulla, gente senza casa, senza patria e senza identità".
Piero Tarticchio