Cos'è
Nona edizione per la rassegna “Segrate in Musica”. Domenica 19 gennaio alle ore 18 nella Chiesetta di Sant’Ambrogio in via Trento, a Redecesio, si terrà “Suoni e colori in Sant’Ambrogio. Alla riscoperta della pala del Salmeggia”, con note storico-artistiche di Gianluca Poldi sull’opera custodita all’interno della chiesa.
Concerto del Duo Κοινòω
Norma Regina Marazzi – Flauto
Renato Finazzi - Pianoforte
Musiche di: B. Marcello - J. S. Bach - A. Holmes - L. Boulanger B. Godard - C. Saint-Saens - A. Gemelli - J. Massenet
L’iniziativa è in collaborazione con Pro Loco Segrate.
L’ingresso è libero
PROGRAMMA
Benedetto Marcello (1686-1739)
Sonata Op. 2 n. 2 in re minore (Allegro moderato – Andante - Allegro assai)
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Sonata in sol minore BWV 1020 (Allegro – Adagio – Allegro)
Augusta Holmès (1847-1903)
Clair de lune
Lili Boulanger (1893-1918
Nocturne
Benjamin Godard (1849-1895)
Idylle
Camille Saint-Saëns (1835-1921)
Romanza Op. 37
Anna Gemelli (1945)
Canticum
Jules Massenet (1842-1912)
Meditation da “Thaïs”
Duo Κοινòω
Norma Regina Marazzi e Renato Finazzi si conoscono suonando insieme nel Trio Mandragora, scoprendo e sviluppando un’empatia interpretativa che li spinge a condividere la loro meraviglia ed entusiasmo. Nasce così il Duo Koinòo (fare in comune, comunicare, essere congiunti, dividere con altri).
Si propongono infatti come tramite tra la musica e il pubblico, offrendo le loro interpretazioni in semplicità e generosità allo scopo di godere comunemente delle gioie che solo la musica può regalare, attraversando ogni barriera e limite e superando ogni differenza culturale e sociale, per mettere in comunione le anime nel nome della bellezza e della verità.
Nei due anni della loro attività hanno eseguito numerosi concerti a Milano e provincia e partecipato ad eventi benefici e culturali. Sono stati insigniti del premio “Achille Bosoni” dal Rotary Club di Milano San Siro. Il loro repertorio spazia dal barocco al romanticismo e fino ai giorni nostri, con un particolare attenzione alla musica di vocazione femminile.
Norma Regina Marazzi
Studia e si diploma in flauto traverso al Conservatorio "G. Verdi" di Milano.
Nel corso degli studi ha frequentato diverse MasterClass e corsi di perfezionamento, tenute dai Maestri Peter-Lukas Graf, Davide Formisano, Pierre-Yves Artaud e Bruno Grossi.
Negli anni svolge un'intensa attività concertistica in svariate formazioni orchestrali, come solista e in diverse formazioni da camera.
L'attività didattica come docente di flauto e di propedeutica musicale la impegna da circa vent'anni in varie realtà tra le quali: Accademia "G. Marziali" di Seveso, Ricordi Music School di Milano, Istituto Orsoline di San Carlo di Milano, Associazione “ICM - Insieme Con La Musica” di Milano, Associazione Musicale “Cinque Ottavi” di Segrate, Associazione “Per MiTo Onlus” di Milano, Anbima Sondrio.
Attualmente insegna presso l’Accademia “G. Mahler” di Rho, il Corpo Musicale "Santo Stefano" di Parabiago,
Renato Finazzi
Inizia lo studio del Pianoforte a sei anni con il M° Anna Gemelli. Successivamente studia Composizione presso la Civica Scuola di Musica di Milano, conseguendo parallelamente la laurea in Medicina e Chirurgia.
Da sempre appassionato alla coralità polifonica, inizia a 17 anni l’attività di direttore in ambito liturgico.
Dal 1999 al 2012 dirige la Corale San Raffaele dell’omonimo Ospedale dove lavora come medico e dal 2004 il Coro Polifonico della Biblioteca di Segrate, oggi Coro Polifonico Arturo Borsari, senza mai abbandonare il pianoforte e l’organo.
Considera la Musica come elemento fondante di se stesso e urgenza comunicativa. Da alcuni anni svolge anche intensa attività concertistica come pianista in ensemble cameristici.
Un gioiello del tardo Rinascimento a Segrate
La chiesetta dedicata a Sant’Ambrogio, la cui proprietà a lungo fu degli Umiliati, quindi del Seminario Maggiore di Milano dopo la soppressione dell’ordine nel 1571, sorse in un contesto agricolo. Ce ne danno notizia gli atti delle visite pastorali del cardinale Carlo Borromeo, che esorta gli abitanti a ingrandire la chiesa, che in una mappa dell’epoca appare con abside semicircolare, il che avverrà già intorno a fine '500, assumendo la forma attuale con presbiterio rettangolare, poi decorato a fresco con finte architetture. All’esterno, nella lunetta, restano solo tracce di un affresco che effigiava sant’Ambrogio.
’900 la chiesa venne acquistata, dopo alcuni passaggi, dalla famiglia Pellegatta, per essere in anni recenti poi ceduta al Comune di Segrate.
All’interno, il crocifisso ligneo che domina l’arco absidale poggia sull’antica scritta «attendite ad petram unde excisi estis» («volgete l’attenzione alla pietra da cui foste tagliati»), citazione di un versetto del libro del profeta Isaia (Is, 51, 1) a indicare come si debba far memoria della propria origine.
Qui la “petram” diventa il Cristo crocifisso stesso, come pietra di paragone e modello di ogni fedele.
L'altare ligneo contiene la grande tela con la Madonna con il Bambino con i santi Giovannino con l’agnello, Carlo, Ambrogio e una santa (Agnese o Caterina?), inseriti in un contesto di rovine architettoniche.
La cimasa è una semplice stampa colorata con santa Chiara. Di pregevole qualità anche se un po’ alterata nei colori, la pala è firmata su una pietra in basso a destra
“AENEAS SALM […] B[ER]GOMI P[INXIT] MDCII”, ossia Enea Salmeggia bergamasco dipinse nell’anno 1602. Un anno dopo licenzierà per la chiesa di Santa Maria della Neve, a Milano, una pala con due di quei santi, la Madonna in gloria col Bambino tra i santi Ambrogio e Carlo Borromeo, ora conservato al Castello Sforzesco. Doveva essersi fatto conoscere in città soprattutto per lo Sposalizio della Vergine commissionatogli nel 1598 dal Duomo di Milano.
Del resto Salmeggia, detto il Talpino (Nembro, 1565-1570 – Bergamo, 25 febbraio 1626), fu pittore assai apprezzato e di indubbie qualità, anche come ritrattista, soprattutto attivo tra la bergamasca e il milanese, che meditò la lezione di grazia e compostezza di Raffaello, Correggio e Bernardino Luini, e guardò al naturalismo di Giovan Battista Moroni.
Gianluca Poldi